Chi ha inventato la scuola e perché?

Chi ha inventato la scuola e perché?

Lo sapevi che..?

Chi ha inventato la scuola e perché?

Prova a chiedere a qualunque studente, di ogni ordine e grado, se ama andare a scuola, e ti risponderà ‘NO!’

Alzarsi presto ogni mattina, far i compiti, non poter giocare con gli amici, e poi le verifiche in classe, i voti, e gli esami finali! Insomma, un vero incubo.

Eppure, qualunque studente non potrà fare a meno di dire che senza la scuola non si può stare, così come senza i compagni, e perché no? Anche senza quel maestro che dopotutto ci ha cambiato la vita.

Si capisce quindi come la scuola faccia davvero parte della nostra vita, ed in effetti è proprio così, nel senso che la scuola c’è sempre stata.

Vuoi sapere chi ha inventato la scuola e perché, e come è cambiata nel corso degli anni?

Continua a leggere.

Cosa significa la parola scuola

Innanzitutto dobbiamo sapere cosa significhi la parola ‘scuola’.

Questo termine sembra che venga dal latino (tanto per cambiare, in particolare dalla parola ‘schola‘.

C’è da dire però che in questo caso i latini avevano ‘copiato’ (giusto per rimanere in tema scolastico) dai greci. Infatti la stessa parola schola sembra che venga a sua volta dal termine ‘scholèion‘.
Sai però qual era il suo significato? Incredibile ma vero, significava ‘tempo libero‘.
Non si direbbe che la scuola sia uno svago no? Anzi, la scuola per noi è un vero e proprio obbligo.

C’è da considerare però che nei tempi passati poter andare a scuola era in effetti uno svago, nel senso che una volta svolti tutti i doveri, come coltivare i campi o allenarsi per la guerra, il tempo che rimaneva veniva dedicato alla scuola (e non tutti potevano permetterselo).

Man mano che i tempi cambiavano però, anche il significato della scuola si modificava.

La scuola diventa una cosa seria

Da posto di svago la scuola diventò ben presto una cosa seria.

Le abitudini della società si modificavano e con esse anche l’idea di istruzione.

Così la scuola diventò ben presto un posto accademico, in particolare relativo alle accademie filosofiche, dove i ragazzi (ma non le ragazze) potevano passare il tempo a discutere di problemi della filosofia, dell’arte e così via.

Così, da luogo di svago, la scuola diventò un vero e proprio posto per imparare.

Chi ha inventato la scuola e perché? La prima scuola della storia


Tornando alla nascita della scuola però, in che anni si può far ‘aprire’ il primo istituto?

Dobbiamo darne merito, almeno in via ufficiale, ai sumeri.

Siamo nel 3.500 a.C., ed è in quest’epoca che la scuola (sfruttando l’invenzione della scrittura) apre i battenti, o meglio le porte delle aule.

Tra i sumeri le aule però si chiamavano ‘edubba‘, e si riferivano al posto delle ‘tavolette’.

Com’è noto i sumeri scrivevano incidendo dei caratteri su delle tavolette di argilla che poi cuocevano, e quindi quale nome più adatto per il luogo in cui si iscriveva proprio su queste tavolette?

La scuola comunque, nell’antichità, era il luogo in cui si formavano i futuri cittadini, e si insegnava a i ragazzi (ma non alle ragazze) quali compiti avrebbero poi dovuto svolgere nella società una volta diventati adulti.

A proposito di ragazze però, le femmine non potevano accedere a questi luoghi, partendo proprio dal presupposto che nella società loro non avrebbero avuto un ruolo, e pertanto era inutile che frequentassero le aule ed imparassero a leggere e scrivere.

Non pensare però che le scuole non fossero dei luoghi duri, tanto è vero che le cronache riportano di punizioni molto severe per chi non si applicava.

Dai Sumeri ai Greci passando per l’Egitto

Le scuole dei Sumeri dovevano essere un vero modello di istruzione se ben presto (come abbiamo visto prima) anche i Greci se ne impossessarono.

Le scuole sbarcarono in Grecia, poi in Egitto (dove erano concepite per formare gli scriba), poi in Persia, e ogni Paese le adattò alle proprie esigenze e alla propria cultura.
La resistenza a far andare a scuola anche le ragazze però era davvero dura a morire, così come l’inaccessibilità degli istituti ai bambini che non erano ricchi.

Il principio era in effetti classista: i bambini provenienti dalle famiglie più povere non avrebbero potuto ricoprire ruoli importanti nella società, e quindi a che scopo farsi un’istruzione, imparare a leggere e scrivere?

Stessa cosa valeva per le ragazze, destinate a diventare mogli, madri e ad accudire la casa.

Inoltre spesso i bambini delle famiglie ricche avevano un lor precettore privato, che veniva pagato profumatamente.

Torniamo infine in Grecia, dove nacque nel V secolo a.C. il primo modello di scuola più vicino a quello che conosciamo oggi, anche se riservato solo ai maschi e ai ricchi. Si cominciava ad andare a scuola a 7a nni e ci si diplomava a 18.

La prima scuola italiana: quando è nata?

E nel bel Paese com’erano messe le cose?

Ebbene, dobbiamo a questo punto spezzare una lancia in favore degli antichi Romani.

In questo caso infatti si era più tolleranti, e risultano l’unico popolo dell’antichità che faceva un’eccezione nei confronti delle ragazze, permettendo loro di frequentare le lezioni, anche se solo fino a i 15 anni.

Al compimento di questa età infatti le fanciulle diventavano ufficialmente ragazze da marito, e quindi venivano ritirate da scuola per diventare mogli e madri. Però, meglio di niente no?

Facendo un salto in avanti, arriviamo al 1774. In quell’anno l’imperatrice Maria Teresa d’Austria (la madre di Maria Antonietta di Francia) impose la scuola come obbligo per tutti i bambini che avevano compiuto 6 anni, e che dovevano frequentarla almeno fino ai 12.

In Italia venne così pubblicato a ruota un editto, ad opera del Regno di Sardegna, che imitava quell’obbligo.

Dobbiamo però aspettare il grande rinnovamento portato dalla Rivoluzione Francese per poter vedere sui banchi di scuola davvero tutti: maschi, femmine, ricchi e poveri.

La scuola era diventata obbligatoria per tutti, e quindi era anche accessibile gratuitamente.

Un’ultima cosa prima di voltare pagina

Speriamo che questo articolo ti abbia incuriosito e ti abbia dato le informazioni che cercavi.
Lasciaci un commento, ti risponderemo.
Se non hai ancora scaricato il libro gratuito ‘Guida alla Pizza‘, cosa aspetti?
Lascia la tua mail nella barra laterale del sito e ricevi subito il libro nel formato che preferisci (Epu, Mobi per Kindle o Pdf).

Se vuoi approfondire questo e altri argomenti, dai un’occhiata a tutti i libri di MONDO GUIDE.